Secondo le recenti comunicazioni dell’ISTAT, nel mese di Maggio 2023 l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (al lordo dei tabacchi) ha registrato un aumento dello 0,3% su base mensile e un incremento del 7,6% su base annua, registrando un lieve calo rispetto al +8,2% del mese precedente.

Ma quali sono le prospettive future? I prezzi torneranno a livelli accettabili durante il 2023 o la flessione registrata a Maggio rappresenta solo una situazione temporanea?

L’inflazione è un fenomeno economico complesso, influenzato da molteplici fattori, rendendo difficile formulare previsioni precise sul futuro andamento dei prezzi. In Italia, dal secondo dopoguerra ad oggi, si sono verificate oscillazioni significative che rendono davvero arduo fare previsioni certe.

Tale situazione ha portato molti risparmiatori e investitori a chiedersi se l’oro delle criptovalute, Bitcoin, costituisca un valido strumento per ripararsi dalla spirale inflattiva.

Per fronteggiare l’aumento dei prezzi e la riduzione del potere d’acquisto, infatti, ci sono investimenti, come l’oro e le materie prime, che assicurano una sorta di “cuscinetto” di protezione. Può Bitcoin fare lo stesso? Cerchiamo di rispondere in questo articolo.

Oro, mattone o bitcoin?

Almeno una volta nella vita, avrai sentito dire che una delle soluzioni più efficaci per salvaguardarsi dall’aumento dei prezzi, è investire “sul mattone”.

Per molto tempo il settore immobiliare è stato, infatti, un approdo sicuro per i nostri risparmi e, a dire la verità sembra esserlo anche oggi. Il problema però è che non sempre rappresenta un’opzione accessibile, soprattutto da chi è più giovane o magari non ha molta liquidità.

Quindi, mattone o meno, la cosa importante è difendere i propri risparmi convertendoli in un bene che sia più resiliente del denaro, ovvero cui valore si mantiene nel tempo.

Tenere i propri guadagni “sotto il materasso” non è una soluzione: oltre a non portare risultati sul lungo termine, a causa dell’inflazione perdono infatti gradualmente il loro valore.

Cosa fare allora? L’oro, le azioni e il petrolio sono davvero i soli modi per proteggersi dall’inflazione?

Sempre più persone avanzano l’ipotesi di affidarsi a Bitcoin. Giusto o sbagliato? La risposta è tutt’altro che scontata. Del resto Bitcoin è un asset nuovo, spesso avvolto da un fitto velo di disinformazione.

Che cos’è l’inflazione?

Nel chiedersi come proteggersi dall’inflazione vale la pena fare qualche precisazione concettuale.

Senza addentrarci troppo in tecnicismi, con inflazione si intende l’aumento dei prezzi dei beni e dei servizi che acquistiamo quotidianamente, che porta ad una riduzione del potere d’acquisto del denaro. In altre parole, rispetto al passato con i nostri soldi possiamo comprare sempre meno cose.

Bitcoin come riserva di valore

Innanzitutto, Bitcoin nasce come soluzione agli inconvenienti legati all’uso delle valute tradizionali (in gergo valute FIAT) e li risolve tramite quelle che sono le sue caratteristiche distintive: sicurezza, trasparenza, velocità e decentralizzazione, per elencarne alcune.

Nel mondo delle criptovalute, Bitcoin si distingue per una caratteristica unica: la sua natura deflazionistica. Mentre le valute tradizionali sono soggette a politiche monetarie discutibili e all’emissione arbitraria di moneta, Bitcoin offre una prospettiva alternativa. 

A differenza delle valute tradizionali che sono soggette all’inflazione controllata dalle banche centrali, infatti, Bitcoin ha un’offerta fissa e prevedibile. Ciò rappresenta un incentivo per gli utenti a detenere Bitcoin come riserva di valore a lungo termine, poiché si prevede che il suo valore aumenti nel tempo.

A parte questo, grazie ad alcune caratteristiche intrinseche di Bitcoin, questa criptovaluta si presenta anche come un potenziale strumento di protezione contro l’inflazione. Vediamo quali! 

Offerta fissa

Il numero massimo di BTC in circolazione non potrà mai superare quota 21 milioni. Una volta raggiunta quella soglia, la produzione, cioè il mining, si arresterà per sempre. Questo limite è stato programmato nel protocollo di Bitcoin sin dalla sua creazione. L’offerta fissa di Bitcoin, combinata con il meccanismo di riduzione graduale dell’emissione tramite l’halving, garantisce che il tasso di inflazione di Bitcoin diminuisca nel tempo.

Mining e halving

Il mining di Bitcoin è il processo mediante il quale nuovi Bitcoin vengono creati e le transazioni vengono verificate sulla sua blockchain. Il termine “mining” deriva dal fatto che questo processo richiede un notevole sforzo computazionale, simile a quello che un minatore deve compiere per estrarre oro o altri minerali dal terreno.

Le transazioni sulla rete Bitcoin vengono confermate attraverso un processo di consenso distribuito, noto come proof-of-work (PoW). Questo processo richiede che i minatori risolvano un algoritmo hash crittografico molto complicato. Quando un minatore risolve con successo l’algoritmo, viene ricompensato con una certa quantità di Bitcoin e la transazione viene aggiunta alla blockchain di Bitcoin. 

Tuttavia, il tasso di emissione dei nuovi Bitcoin viene ridotto a metà ogni circa quattro anni in un evento noto come “halving”. L’halving è il meccanismo della blockchain di Bitcoin che regola la progressiva diminuzione delle ricompense elargite ai miner che validano i blocchi. Serve a ridurre i bitcoin in circolazione, per mantenere la scarsità e rendere la valuta meno esposta a rischi di deprezzamento.

Questo meccanismo rallenta l’aumento dell’offerta di Bitcoin nel tempo, limitando così il suo potenziale impatto inflazionistico.

Decentralizzazione 

Un altro fattore che rende Bitcoin antinflazionistico è la sua natura decentralizzata. Non essendo controllato da una singola autorità o istituzione, come una banca centrale, Bitcoin si 

presenta come una forma di denaro più stabile e immune alla manipolazione inflazionistica. 

La sua rete peer-to-peer consente agli utenti di partecipare alla verifica delle transazioni e al mantenimento della sicurezza della rete. Questa decentralizzazione impedisce a qualsiasi entità di influenzare arbitrariamente l’offerta o il valore di Bitcoin.

Conclusioni

Nel complesso, l’utilizzo del Bitcoin come strumento di protezione dall’inflazione sta guadagnando sempre più attenzione e consensi tra gli esperti finanziari. 

Mentre i tradizionali strumenti di investimento possono essere influenzati da fattori economici e politici imprevedibili, il Bitcoin offre una prospettiva unica grazie alla sua natura decentralizzata e alla tecnologia blockchain che lo sostiene.

Molte persone vedono nel Bitcoin un’alternativa promettente per preservare il proprio patrimonio durante periodi di instabilità economica. La sua fornitura limitata e l’impossibilità di essere manipolato da banche centrali o governi ne fanno un bene deflazionistico che può proteggere il potere d’acquisto nel lungo termine.