Macchine al lavoro 24 ore su 24, 7 giorni su 7, impegnate nel risolvere i complessi algoritmi previsti dalla blockchain per l’estrazione della regina delle criptovalute, il Bitcoin. E’ il meccanismo conosciuto come mining, atto a generare ed estrarre Bitcoin dalla rete per poi distribuirli online ai ‘moderni minatori’, i cosiddetti Miners.

Tutto questo necessità ovviamente di macchinari altamente performanti collegati alla blockchain (catena di blocchi), che abbiano la potenza di calcolo necessaria a certificare e validare i blocchi che contengono le transazioni economiche. Per minare sono quindi necessarie tecnologie e macchine specifiche, software e hardware estremamente performanti e gestiti in modo professionale.

Cosa succede quando si decide di minare bitcoin

Il mining di bitcoin è solo apparentemente alla portata di tutti in quanto bisogna fare i conti con la componente costi. Si tratta ovviamente di valori indicativi e dipendenti da una serie di variabili, ma in linea di massima è possibile, per un singolo utente dotato di una macchina di alta gamma, aspettarsi un ricavo netto di 16 euro al giorno (ipotizzando comunque un prezzo dell’elettricità di 0,2 euro al Kw/h). Il macchinario per fare mining costa però circa 14.000 euro, dato che porterebbe a 800 i giorni necessari per ripagare l’investimento sostenuto sul macchinario. Una community di mining permette invece di avere quel potere d’acquisto utile a contrattare in modo importante il costo dell’elettricità, il costo d’acquisto dell’hardware e la sua gestione. Ma anche a creare relazioni con i produttori di hardware, investire per ottimizzare i processi produttivi e trovare nel mondo le migliori location per le proprie mining farm.

Perché conviene condividere il mining

Il mining ‘fai da te’ risulta quindi allo stesso tempo difficile e costoso. Una soluzione di grande interesse arriva da SWAG, azienda estone che proprio sul concetto di mining industriale ha saputo creare una community di utenti in costante espansione. Una crescita che ha permesso di ovviare proprio al problema legato ai costi particolarmente elevati dotandosi di macchine sempre più potenti e performanti. “Solo incrementando la mining pool e creando logiche industriali si può pervenire a buoni margini dal mining del Bitcoin – asserisce Luciano Costanzo, chief mining officer di Swag –  In tal modo si può incrementare costantemente la mining pool”. Vale l’assunto che è “meglio il 20% di tanto che il 100% di poco”.

La convenienza riguarda anche il costo dell’energia. Swag opera in diverse nazioni, così da poter equilibrare quanto più possibile le oscillazioni legate al costo della materia prima. Inoltre le relazioni create nel tempo con i produttori delle macchine, utili per spuntare condizioni che il singolo utente non potrebbe ottenere, hanno portato a un costante miglioramento dei processi produttivi. Lasciando all’utente la possibilità di prendere a noleggio, anche solo in modo frazionato così da limitare ulteriormente i costi sostenuti, macchine più performanti con contenuti costi elettrici.

Il funzionamento del mining industriale

Per il mining industriale è fondamentale trovare un punto di equilibrio tra noleggio e minato, così da consentire la realizzazione di un guadagno sia per l’azienda che per gli utenti. Ma le variabili sono numerose. A partire dal numero dei noleggi mensili, generalmente legato all’andamento del prezzo del Bitcoin, e che può determinare delle incostanze sulla programmazione d’acquisto. Inoltre è bene considerare come le forniture di macchine siano spesso dipendenti dalla disponibilità dei componenti (ad esempio in questo momento storico si è alle prese con la carenza di forniture di chip) determinando rallentamenti nella fornitura. Da valutare anche la presenza di slot disponibili nelle farm e lo spostamento di grandi gruppi di minatori, come quelli cinesi verso l’Europa dell’Est, che può provocare ripercussioni sulle strutture elettriche nazionali. Proponendosi come community, quindi con numeri importanti, Swag ha la possibilità di contrastare al meglio tali variabili massimizzando le possibilità di ricavo. Ma l’attività parte da sempre da una profonda conoscenza del territorio, dei partner, della situazione economica e legale. “Capire quali sono i migliori paesi per installare gli impianti – argomenta Costanzo – così come studiare le normative e le tasse di questi paesi. Creare le prime relazioni ed effettuare i primi ordini, trattare le condizioni, effettuare pagamenti in anticipo per guadagnarsi una reputazione di società seria e affidabile per poi ottenere pagamenti migliori; infine, monitorare il trasporto in sicurezza e verificare la corretta installazione. I compiti di una società di alto livello sono numerosi, ma solo lavorando in questo modo è possibile offrire vantaggi a tutta la comunità di Swag”.

L’offerta del mining di Swag

Swag in breve tempo ha potuto incrementare la commercializzazione di macchine estremamente performanti, e soprattutto noleggiabili per un periodo variabile tra 1 e 3 anni, intere o anche in frazionamenti che arrivano fino a un trentaduesimo della macchina, così da permettere a ogni tipologia di utente di sfruttare al meglio la tecnologia esistente. Chi vuole sperimentare l’estrazione di criptovalute con SWAG può farlo senza dover acquistare costose attrezzature, ma noleggiando a distanza quelle presenti in farm che operano nei paesi dove il costo energetico è favorevole. Una formula innovativa che ha contribuito a rendere  SWAG uno dei principali player del settore.

Per maggiori informazioni ti invitiamo a visitare media.swagyourlife.com